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Come investire dai 60 anni in poi?

un anno fa - lunedì 22 agosto 2022

Come deve impiegare i suoi soldi una persona che ha passato i sessant’anni? Inizia la fase del decumulo, ma anche passati i 60 anni è ancora possibile sfruttare al meglio il proprio capitale.

Dopo il caso del trentenne, dopo quello del quarantenne e dopo quello del cinquantenne, questa settimana è venuto il momento di dirvi come investire quando si hanno dai 60 anni e oltre. Siamo in una fase della vita dalle esigenze molto disomogenee tra loro, ma caratterizzata fondamentalmente dal decumulo di quanto messo via nel corso degli anni precedenti.

Molte forme d'investimento possibili

Questa potrebbe sembrare una categoria piuttosto omogenea, in realtà siamo di fronte a una tipologia di investitore che può assumere diverse forme a seconda dell’età. Se finora, infatti, tutte le categorie che abbiamo visto avevano comunque davanti un profilo temporale assai lungo, non esiste una soluzione o un profilo unico per gli anziani, ma bisogna verificare caso per caso. Faremo di seguito solo un esempio delle varie possibilità che possono esistere a seconda dell’età e dell’attesa di vita, della necessità o meno di liquidità per spese urgenti, dell’esistenza di eredi a cui si voglia lasciare una parte di eredità. Un uomo tra i 65 e i 69 anni ha ancora davanti mediamente 18 anni, una donna 22. Stiamo parlando di periodi piuttosto lunghi, ossia di periodi in cui un investimento in azioni può ancora avere una sua valenza, ovviamente accanto alla parte obbligazionaria. A 80 anni le attese di vita per un uomo sono di 8 anni, per una donna di 10. Qualche rara azione ci può ancora stare, ma in misura molto ridotta e limitandosi a titoli attivi in settori piuttosto tranquilli (per esempio il settore di pubblica utilità le cui azioni, essendo legati a consumi relativamente stabili, come il trasporto di luce e gas, in mercati regolamentati sono tendenzialmente più difensivi) e contando sul fatto che si vada avanti in ottima salute o di non aver bisogno di liquidità urgente per far fronte a spese mediche.

Imprevisti dietro l’angolo

C’è un elemento che caratterizza l’età anziana più di ogni altra, anche se presente fin dalla gioventù: l’evento “imprevisto”. Ossia il caso in cui ci si ritrova ad affrontare una spesa improvvisa e non preventivata. Solo che se nei casi visti prima c’erano polizze assicurative o riscatti dal fondo pensione, ora buona parte di queste possibilità vengono meno. Le assicurazioni non accettano più clienti di una certa età per le polizze vita (dovrebbero farle pagare troppo), restano solo le assicurazioni del ramo danni. Se si tiene conto che da pensionati mamma e papà che coprono le emergenze non ci sono più e che oggi i figli sono spesso più poveri dei genitori, si finisce giocoforza per dover provvedere da soli a ogni emergenza.

Una parte dei soldi va dunque dedicata alla liquidità, ossia a soluzioni di investimento da cui poter disinvestire in qualsiasi istante senza essere particolarmente penalizzati. A quanto deve ammontare questa fetta di denaro? Non c’è una percentuale esatta. Conta in termini assoluti quanto vi volete assicurare da un infortunio. Al limite se i risparmi sono limitati e dopo una vita intera ammontano solo a poche decine di migliaia di euro, questo cuscinetto di sicurezza potrebbe costruire anche più del 50% o anche l’intero patrimonio. Diversamente se al termine della vita lavorativa avete messo via dei risparmi importanti. Quanto deve essere in valore assoluto? Dipende dagli imprevisti a cui potreste dover far fronte?

All’inizio del periodo della pensione va poi valutato con attenzione l’orizzonte temporale. Non solo c’è da considerare l’attesa di vita, ma anche all’interno di questo periodo quali saranno gli anni in buona salute e quali no. A 60 anni si può propendere per un investimento che può ancora avere una quota azionaria. Man mano che si va avanti occorre ragionare con un’ottica bilanciata, mescolando azioni e obbligazioni. La quota di azioni deve però assottigliarsi di anno in anno e al limite azzerarsi dopo gli 80 anni. Ovviamente qualche azione, ben scelta, sulla scia di buoni consigli, ci può ancora stare in portafoglio, ma stiamo parlando di qualcosa di residuale.

Il concetto che deve passare, al di là della trasformazione puntuale degli investimenti da più rischiosi a meno rischiosi (cioè da coerenti con un orizzonte temporale lungo a coerenti con un orizzonte temporale breve), è che in questa fase bisogna abituarsi all’idea che l’epoca dei grossi rendimenti è tramontata.

Arriva la fase del decumulo

Il problema fondamentale della vecchiaia è che da risparmiatori ci si trasforma in qualcuno che smonta il proprio capitale. L’essere arrivati a smontare gli investimenti significa che l’orizzonte temporale è diventato particolarmente breve. In tal senso gli investimenti di tipo azionario saranno certamente i primi da smobilizzare. Il processo avverrà quindi per tipologie di rischio: dal più rischioso al meno rischioso. Quindi, in linea di massima: prima singoli titoli azionari, poi fondi o Etf azionari, e in contemporanea anche singoli titoli obbligazionari che hanno un alto rendimento, vuoi perché investiti in una valuta particolarmente rischiosa, vuoi perché emessi da una società poco affidabile; quindi seguono eventuali fondi o prodotti bilanciati, poi le obbligazioni, a cominciare da quelle a più lunga scadenza, passando poi per quelle a scadenza più breve, via via fino ai soldi sul conto corrente.

Tempi e modalità devono tenere conto da un lato del vincolo dei costi da sostenere (cure mediche, assistenza domiciliare ecc.), da un altro lato delle aspettative di vita (per quanto tempo andare avanti a spendere i soldi). Se, però, tutto questo non dovesse bastare, bisognerà mettere mano anche all’ultima risorsa che rimane, ossia la casa. Molti italiani lo fanno, effettuando quella che si chiama vendita della nuda proprietà.

La nuda proprietà

Con una simile vendita cedete le mura della casa, riservandovi di viverci dentro e di utilizzarla finché serve. La soluzione è buona se non si hanno eredi o se questi hanno già ricevuto un aiuto sostanzioso. Attenzione a farlo se siete appena andati in pensione: più si è anziani, più soldi si possono incassare per la casa. Quando si vende l’acquirente non paga per intero l’importo della casa, visto che una casa occupata vale meno di una vuota. Il prezzo è calcolato così:

nuda proprietà = valore della casa - valore dell’usufrutto.

Il valore della casa dipende dalle condizioni del mercato della zona in cui è situata. Il valore dell’usufrutto è, invece, il valore del reddito che la casa può produrre ogni anno.

Le tasse di successione

Meritano una passaggio: la paura di pagarle può fare danni, per cui conviene stare attenti. Molti, infatti propongono agli anziani dei prodotti di tipo assicurativo che permettono di evitare di pagare le tasse di successione. A parte il fatto di ricordarvi sempre che gli eredi diretti hanno sostanziose franchigie entro cui non pagano tasse di successione, fate molta attenzione alle commissioni che vi chiedono, potrebbero essere un costo che si porta via il risparmio fiscale.

 

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